Il Progetto
Giugliano: una nuova alba per la gestione dei rifiuti
Il progetto di revamping dell’impianto TMB di Giugliano si inscrive nel raggio delle azioni di rilancio della Città Metropolitana di Napoli nell’ottica della rivoluzione verde e della transizione ecologica.
L’aumento della raccolta differenziata, in linea con la pianificazione regionale, si traduce inevitabilmente in un aumento di rifiuti e, dunque, di potenziale materiale da trattare, avviare a riciclo e recuperare.
Il piano di ammodernamento del TMB è dunque la soluzione in grado di rispondere al maggiore fabbisogno di trattamento conseguente al potenziamento della raccolta differenziata.
L’intervento prevede un potenziamento della capacità di recupero di materia dell’impianto. Il sistema di trattamento progettato, flessibile e modulare, sarà in grado di garantire efficacia ed efficienza anche con quantitativi più elevati di rifiuti da gestire e con rifiuti qualitativamente differenti in ingresso agevolando il recupero e il reimpiego dei materiali.
Le tre linee di lavorazione saranno così rifunzionalizzate:
- Linea 1 è la linea configurata per operare la separazione meccanica della frazione secca dalla frazione organica e per trattare i due flussi ai fini della produzione di frazione secca tritovagliata (FST), da avviare al TMV di Acerra, e di “biostabilizzato” (FUTSR), da reimpiegare nelle operazioni di ripristino ambientale. Essa è progettata allo scopo di garantire la continuità di ricezione del rifiuto urbano residuale, conferito durante le fasi di installazione delle linee 2 e 3, e di scongiurare l’arresto dell’intera filiera di produzione
in caso dei fermi connessi alle operazioni di manutenzione della Linea 2 e della Linea 3.
- Linea 2 e Linea 3 sono le linee configurate allo scopo di massimizzare le rese di cernita delle frazioni recuperabili rinvenibili nel flusso di rifiuto secco in uscita dalla vagliatura. Le linee saranno servite da apparati e tecnologie all'avanguardia e di comprovata affidabilità, capaci di intercettare le matrici di rifiuti potenzialmente recuperabili (metalli, carta, plastiche) attraverso sistemi di deferrizzazione, aeraulici e di rilevazione ottica e automatica.
La nuova configurazione impiantistica e l'efficientamento del processo con separatori automatici e sistemi tecnologici di comprovata affidabilità tecnica, scongiurano fermi e rallentamenti al ciclo produttivo e ottimizzano il rendimento delle quantità di materiale da recuperare.
La realizzazione di un impianto di compostaggio per il recupero della frazione organica raccolta in modo differenziato costituisce
una misura necessaria al potenziamento della rete impiantistica regionale.
La produzione e l’utilizzo del compost incentiva l’apporto di ammendanti organici per sopperire alla crescente carenza di sostanza organica.
La realizzazione di un impianto di selezione del vetro, per favorirne il riutilizzo come materia prima di elevato pregio, è un esempio perfetto di economia circolare e un modello di piena sostenibilità economica e ambientale.
Tufino: il cambiamento che l'Europa chiede
Il progetto sviluppato da SapNa per Tufino punta a migliorare la performance dell’impianto per recuperare materia dai rifiuti e produrre vettori di energia. Grazie alle tecnologie che saranno impiegate sarà possibile contribuire a colmare il gap impiantistico regionale avviando alla lavorazione e al reimpiego nei processi produttivi ulteriori frazioni rinvenibili nei rifiuti in ingresso.
Un sostegno concreto alla chiusura del ciclo di gestione integrata dei rifiuti, all’autosufficienza impiantistica regionale imposta dall’Europa e all’effettiva applicazione dei principi dell’economia circolare.
L’intervento prevede un potenziamento della capacità di recupero di materia dell’impianto. Il sistema di trattamento progettato, flessibile e modulare, sarà in grado di garantire efficacia ed efficienza anche con quantitativi più elevati di rifiuti da gestire e con rifiuti qualitativamente differenti in ingresso agevolando il recupero e il reimpiego dei materiali.
Le tre linee di lavorazione saranno così rifunzionalizzate:
- Linea 1 è la linea configurata per operare la separazione meccanica della frazione secca dalla frazione organica e per trattare i due flussi ai fini della produzione di frazione secca tritovagliata (FST), da avviare al TMV di Acerra, e di “biostabilizzato” (FUTSR), da reimpiegare nelle operazioni di ripristino ambientale. Essa è progettata allo scopo di garantire la continuità di ricezione del rifiuto urbano residuale, conferito durante le fasi di installazione delle linee 2 e 3, e di scongiurare l’arresto dell’intera filiera di produzione
in caso dei fermi connessi alle operazioni di manutenzione della Linea 2 e della Linea 3.
- Linea 2 e Linea 3 sono le linee configurate allo scopo di massimizzare le rese di cernita delle frazioni recuperabili rinvenibili nel flusso di rifiuto secco in uscita dalla vagliatura. Le linee saranno servite da apparati e tecnologie all'avanguardia e di comprovata affidabilità, capaci di intercettare le matrici di rifiuti potenzialmente recuperabili (metalli, carta, plastiche) attraverso sistemi di deferrizzazione, aeraulici e di rilevazione ottica e automatica.
La nuova configurazione impiantistica e l'efficientamento del processo con separatori automatici e sistemi tecnologici di comprovata affidabilità tecnica, scongiurano fermi e rallentamenti al ciclo produttivo e ottimizzano il rendimento delle quantità di materiale da recuperare.
L’introduzione del sistema combinato anaerobico-aerobico per il recupero della frazione organica raccolta in modo differenziato costituisce una misura necessaria al potenziamento della rete impiantistica regionale, all’abbattimento
dell’impatto ambientale e alla riduzione dei costi derivanti dai conferimenti fuori regione.
Il recupero del rifiuto organico in forma di compost e/o biogas e biometano è in linea con i principi dell’economia
circolare rivolti alla trasformazione dei rifiuti in risorse.